I colloqui con i Genitori si avvicinano e la tensione aumenta: le criticità più grandi sono forse rappresentate dalla scarsità di tempo a disposizione per ciascun incontro e dal grande numero di casi di cui parlare.
Il colloquio deve essere pianificato in tutti i suoi aspetti, in modo da farlo diventare un momento di confronto tra le figure che si occupano dell’educazione dell’alunno.
L’insegnante che deve descrivere l’andamento didattico dell’alunno evidenzierà per prima cosa gli aspetti positivi, i successi formativi raggiunti, utilizzando indicatori chiari a definire le attività didattiche, usando termini oggettivi e non valutativi.
Successivamente presenterà il comportamento problema dell’alunno attenendosi ai fatti oggettivi, usando un linguaggio operativo e mai interpretativo del comportamento critico. Diventa importante non formulare diagnosi ma attenersi a quello che si è rilevato.
Dal momento che la funzione dei colloqui è quella di concordare delle strategie comuni per intervenire positivamente nel processo educativo, ognuno dovrà mantenere il proprio ruolo: l’insegnante riferirà quello che accade a scuola mentre il genitore quello che succede a casa nella consapevolezza che entrambe le dimensioni sono importanti per avere il quadro generale del comportamento del bambino.
Il colloquio si può concludere solo quando si sono stabiliti gli obiettivi da raggiungere, le strategie da mettere in atto rispetto al comportamento problema e i tempi entro i quali rivedersi.
Questo è un aspetto molto delicato in quando è proprio questo il momento in cui si stabilisce l’alleanza educativa e si chiede alla famiglia di partecipare attivamente alla soluzione del disagio.