Una causa importante di conflittualità in ambito scolastico nasce dal fatto che molto spesso vengono proposti metodi altamente competitivi.
Esempio tipico, sebbene da non demonizzare, è la proposta di gare, anche cognitive, dove è opportuno sgomitare per vincere. Avviene talvolta in ambito psicomotorio, con giochi di società ecc..
In questi casi l’ego personale prende il sopravvento ed il desiderio di emergere innesca meccanismi di sopravvivenza per primeggiare e talvolta accade, all’interno di una sezione, che le tensioni minaccino il clima positivo.
COSA FARE IN QUESTI CASI : si possono proporre alcune metodologie didattiche, come il Cooperative Learning che fanno leva proprio sul raggiungimento del successo del gruppo e non del singolo alunno. Tra le competenze di vita (Skills) per stare bene, vi è anche la capacità di empatica relazione costruttiva con l’altro/gli altri.
I bambini devono essere guidati con piccole strategie per riuscire a decentrarsi dall' egocentrismo tipico di questa fascia di età, imparando ad interessarsi degli altri e collaborare con essi.
L’insegnante può predisporre alcuni accorgimenti didattici e momenti di dialogo che permettano di frenare qualunque comportamento competitivo e che stimolino ad un pensare positivo su se stessi e sugli altri.
Sarebbe opportuno ridurre i giochi competitivi nei qualsiasi prevedono “vincitori” e “vinti” e soprattutto registrare umori, conflitti, ma anche momenti relazionali positivi, su cartelloni rafforzando il concetto di interazione positiva.